Riders e infortuni sul lavoro all’estero: dati e analisi dell’Inail

11 Giugno 2025

Negli ultimi anni, il lavoro dei riders, i corrieri che effettuano consegne urbane tramite biciclette o veicoli a motore, ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel settore della logistica e della ristorazione. Tuttavia, questa professione comporta rischi significativi, come evidenziato dai dati dell’Inail relativi agli infortuni nel triennio 2021-2023.

Nel periodo analizzato, il 61% degli infortuni si è concentrato in quattro regioni: Lazio, Lombardia, Sicilia e Piemonte. Le province con il maggior numero di infortuni sono quelle di Roma (poco meno di una denuncia su quattro), Milano (13%) e Torino (8%).  Per quanto riguarda le diagnosi dell’infortunio, le contusioni (42%) precedono fratture (37%), lussazioni, distorsioni e distrazioni (15%), e ferite (6%).

I riders infortunati sono sostanzialmente giovani: mediamente nel triennio analizzato il 60% ha meno di 35 anni e il 30% è compreso nella fascia di età tra i 35 e i 49 anni. Il 51% è nato all’estero, con una netta prevalenza di Paesi extra europei, a partire dal Pakistan (quattro infortuni su 10), seguito a distanza da Bangladesh e India.  Nel triennio 2021-2023 sono stati denunciati complessivamente 1.364 infortuni sul lavoro, di cui sette mortali. Nel 2023, in particolare, le denunce sono state 446, il 3% in più rispetto al 2022 e l’8% in meno rispetto al 2021. La modalità di accadimento più frequente è quella in occasione di lavoro, con il 77% dei casi, mentre gli infortuni in itinere sono il 23%. L’occasione di lavoro è prevalente anche per i decessi, con sei dei sette complessivi. La stragrande maggioranza degli infortunati è di sesso maschile (92%) e maschi sono anche tutti i deceduti.

Nel nuovo numero del periodico dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, anche un approfondimento dedicato agli infortuni sul lavoro avvenuti all’estero. In media ogni anno sono un migliaio le denunce pervenute all’Inail per eventi avvenuti a lavoratori di ditte italiane che operano oltre confine. Nel 2023, in particolare, i casi denunciati, al netto degli studenti, sono stati 951, in calo del 21% rispetto ai 1.202 dell’anno precedente.

Francia e Germania sono i Paesi stranieri con più infortuni denunciati nel quinquennio 2019-2023, seguite da Austria, Svizzera e Spagna.

Circa il 90% delle denunce riguarda gli uomini, mentre la fascia di età più colpita è quella tra i 45 e i 54 anni. Le denunce di casi mortali sono mediamente 15 all’anno (11 nel 2023 contro le 17 del 2022), il 94,4% delle quali in occasione di lavoro.

Il report introduce anche il ruolo del Responsabile Rischio Amianto (RRA), figura chiave nella gestione delle strutture contenenti amianto. Pur non correlato direttamente agli infortuni trattati, l’RRA rappresenta una misura di tutela aggiuntiva all’interno dei piani di sicurezza aziendali.

 

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