Dopo anni di difficoltà strutturali, il 2024 segna un progresso sul fronte dell’occupazione e della qualità del lavoro, offrendo prospettive incoraggianti per il tessuto imprenditoriale siciliano. Emerge dal rapporto annuale della Banca d’Italia “L’economia della Sicilia”, presentato il 25 giugno scorso a Palermo. Secondo il vice presidente nazionale di Conflavoro e segretario regionale della Sicilia, Giuseppe Pullara, “il quadro tracciato dal rapporto rappresenta un’opportunità per rafforzare il ruolo delle PMI siciliane come motore dello sviluppo locale”.
La crescita dell’occupazione in Sicilia ha toccato il +4,6%, superando ampiamente la media nazionale e quella del Mezzogiorno. Il tasso di occupazione si è attestato al 46,8%: un salto in avanti di 5,6 punti rispetto al 2019. I settori trainanti? Commercio, turismo, istruzione e sanità, con un ritorno ai livelli pre-pandemia per le attività ricettive.
Particolarmente rilevante l’incremento dell’occupazione femminile e delle professioni ad alta qualifica, la cui incidenza ha raggiunto il 36%, in linea con la media nazionale. Una tendenza che apre interessanti margini per le imprese che puntano sull’innovazione e sul capitale umano.
Nel 2024 il turismo ha continuato a espandersi: +5,1% le presenze, +10,3% il traffico aeroportuale, +7% le crociere. La domanda di servizi è aumentata, rafforzando il legame tra attrattività del territorio e sviluppo imprenditoriale.
A fronte di questi segnali positivi, permangono fragilità. L’agricoltura ha sofferto gli effetti della siccità, mentre le esportazioni sono diminuite dell’8,3%, soprattutto per la contrazione dei prodotti petroliferi. Tuttavia, crescono del 3,3% le esportazioni di altri beni, segnale che le imprese stanno diversificando.
Interessante il dato sull’adozione dell’intelligenza artificiale: il 17% delle imprese siciliane ne fa già uso, il doppio rispetto al 2023. Si apre così un nuovo fronte competitivo per l’industria e i servizi, soprattutto per i settori dove l’IA affianca le competenze umane e ne amplifica l’efficienza.
“Formazione, digitalizzazione, collaborazione pubblico-privato e una rete associativa forte- conclude Giuseppe Pullara– possono fare la differenza per consolidare i progressi registrati e affrontare le sfide ancora aperte.”