In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il vicepresidente nazionale vicario di Conflavoro e segretario regionale per la Sicilia, Giuseppe Pullara, ha portato il suo contributo all’incontro “Oltre il silenzio. Educazione e informazione per una cultura del rispetto”, ospitato al Circolo Empedocleo di Agrigento e promosso dall’associazione culturale Sal Passarella, con il supporto della Fidapa e dell’istituto “Fermi” di Aragona, rappresentato da una delegazione di studenti.
Durante il suo intervento, il vicepresidente nazionale vicario di Conflavoro e segretario regionale per la Sicilia, Giuseppe Pullara, ha posto l’accento sul ruolo cruciale della libertà economica nel contrasto alla violenza di genere.
“Forse può sembrare un tema lontano dai vostri pensieri, ma vi assicuro che non lo è – ha detto –. Molte donne non riescono a lasciare situazioni violente non perché non vogliano, ma perché non possono permetterselo. Mancano di un lavoro, di autonomia, di una strada sicura da intraprendere”.
Pullara ha quindi illustrato il progetto “Rinascita Donna”, attraverso il quale Conflavoro mette in rete imprese e associazioni per creare opportunità lavorative destinate a chi ha bisogno di ricominciare. “Il lavoro è uno strumento potentissimo: dà dignità, indipendenza, futuro”, ha ribadito.
Rivolgendosi agli studenti presenti, il vicepresidente ha lanciato un messaggio diretto: «Il rispetto non è una teoria: è un comportamento, una scelta. È il modo in cui guardate, parlate, ascoltate. È il modo in cui costruite la vostra idea di amore, di relazione, di futuro. Ognuno di voi può fare la differenza, anche nelle piccole cose: una parola detta bene, un commento evitato, un gesto di attenzione, una mano tesa».
Pullara ha infine ricordato il ruolo delle istituzioni, delle imprese e degli adulti nel favorire un cambiamento reale: “Abbiamo il dovere di creare le condizioni perché questo cambiamento prenda forma: con il lavoro, con l’autonomia, con nuove opportunità”.
L’incontro si è concluso con un invito condiviso da tutti i partecipanti: trasformare le parole in impegno quotidiano. Perché il contrasto alla violenza non passa solo da leggi e iniziative, ma da una responsabilità collettiva che parte dall’educazione, dal rispetto e dalla possibilità, per ogni donna, di costruire la propria libertà.