Il nuovo rapporto Qualità della vita 2025, realizzato da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, non lascia spazio a dubbi: la Sicilia continua a occupare le ultime posizioni della classifica nazionale.
Caltanissetta si colloca al 107° posto, chiudendo la graduatoria, mentre Palermo, pur guadagnando una posizione rispetto al 2024, rimane stabilmente nella parte bassa, al 99° posto. Anche Agrigento, insieme ad altre province dell’Isola come Enna, Trapani e Messina, si conferma nelle retrovie, restituendo un quadro complessivo che mette in luce fragilità strutturali e socio-economiche profonde.
Eppure, per Conflavoro Sicilia, la risposta non può essere il fatalismo. Anzi, secondo Giuseppe Pullara, segretario regionale e vicepresidente nazionale vicario, proprio da questi numeri occorre ripartire, trasformandoli in stimoli per una strategia di rilancio.
La Sicilia, ancora una volta, si trova davanti a una sfida complessa: i miglioramenti registrati in alcune province non bastano a modificare il quadro complessivo. Senza una visione coordinata e una collaborazione reale tra istituzioni, imprese e società civile, il rischio è che il divario con il resto del Paese continui ad ampliarsi.
Proprio per questo, Conflavoro Sicilia indica una strada chiara: trasformare i dati in azioni e costruire, finalmente, condizioni di vita e sviluppo comparabili con quelle del resto d’Italia e d’Europa.
Pur riconoscendo la durezza della fotografia scattata dal Sole 24 Ore, Conflavoro, sotto la guida di Pullara, non nega le criticità: spopolamento, fuga dei giovani, scarsa competitività, deficit infrastrutturali. Ma l’associazione le considera leve su cui agire, non macigni immutabili.
Per Conflavoro Sicilia gli obiettivi sono chiari e puntano in due direzioni complementari. “Da un lato – afferma il vicepresidente nazionale vicario – c’è la necessità di invertire il trend della qualità della vita, lavorando su ciò che può davvero fare la differenza: più innovazione nelle imprese, un turismo organizzato e sostenibile, una formazione capace di trattenere i giovani e, soprattutto, infrastrutture che consentano alla Sicilia di essere finalmente connessa e competitiva. Dall’altro lato – continua Giuseppe Pullara – Conflavoro vuole creare un ambiente più stabile per le aziende, dove burocrazia più snella, accesso ai finanziamenti, collaborazione tra soggetti del territorio e lavoro di qualità possano diventare la normalità e non l’eccezione. Anche la transizione green, vista non come un ostacolo ma come un’opportunità, rientra in questa visione.”
In sintesi, l’associazione propone un percorso pragmatico: trasformare le attuali criticità in una base di rilancio, costruendo una Sicilia in cui imprese e cittadini possano finalmente crescere insieme.