Reddito di libertà per le donne vittime di violenza. Conflavoro: “Ognuno di noi può fare la propria parte”

9 Settembre 2024

Giuseppe Pullara: La nostra confederazione tra i protagonisti di “Rinascita donna”.

Una misura che aiuterà, come è successo in passato, alcune donne colpite da minacce o violenze a cambiare vita e intraprendere la strada del riscatto. È l’avviso rivolto ai Comuni siciliani che l’assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali ha pubblicato per finanziare il cosiddetto “reddito di libertà.

Un percorso di indipendenza economica, di autonomia e di emancipazione, grazie all’assegnazione, per un determinato periodo, di una fonte di reddito stabile. Sulla stessa lunghezza d’onda Conflavoro, sempre attenta alle donne, lo scorso marzo, a Palermo, è stata tra i protagonisti di “Rinascita donna”, un protocollo d’intesa per tutelare le  vittime di violenza di genere e assicurare loro sostegno formativo e tutti gli strumenti verso l’indipendenza economica.

Le donne devono tornare a guardare il futuro in faccia grazie al lavoro- dice il segretario regionale di Conflavoro Sicilia e vice presidente nazionale, Giuseppe Pullara– questo è il nostro impegno. Conflavoro ha già la disponibilità da parte di numerose aziende ad assumere le donne in difficoltà. Grazie ad un accordo con gli enti che assistono le vittime di violenza, vengono verificate le competenze delle donne disponibili a lavorare che sono, poi, formate a livello professionale e in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro dall’associazione degli ispettori Atisl. E’ tempo che le aziende cambino passo, concretamente”.

Maria Diana, presidente di Impresa donna per la provincia di Agrigento per Conflavoro Pmi sottolinea: La scelta della Regione è una risposta ai bisogni delle donne vittime di violenza verso l’ autonomia, una risposta necessaria che la nostra confederazione sta cercando di portare avanti supportando il mondo femminile al qualche apriamo le porte”.

Il budget a disposizione dell’avviso regionale, a sportello, è di 236 mila euro, fino a esaurimento fondi. I finanziamenti andranno ai Comuni che, in sinergia con i centri antiviolenza o con le strutture di accoglienza a indirizzo segreto iscritte all’albo regionale, vogliono avviare un progetto personalizzato in favore delle donne vittime di abusi e maltrattamenti, anche con figli minori o disabili. Potrà essere richiesto un contributo annuo non superiore a 10 mila euro per ciascuna donna.

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