Il datore di lavoro può sostituire la regolamentazione collettiva applicata ai dipendenti, vincolandoli a una nuova disciplina. Questa sostituzione può avvenire in diverse situazioni, come il trasferimento d’azienda, procedure concorsuali, crisi aziendali, successione d’appalto, crescita dimensionale o modifica dell’attività aziendale. La volontà unilaterale del datore di lavoro offre flessibilità per rispondere alle esigenze aziendali.
INDAGINE PRELIMINARE
1. Scadenza del contratto collettivo: Il datore può cambiare contratto senza il consenso dei dipendenti, mantenendo i loro diritti.
2. Contratto non scaduto: Richiede il consenso dei dipendenti tramite un accordo bilaterale per garantire efficacia all’operazione.
Rischi
- Violazione dei diritti maturati dal lavoratore durante il rapporto di lavoro.
- Mancata comunicazione della migrazione contrattuale a INPS e INAIL.
- Omissione di disdetta alle associazioni di categoria, se il datore è iscritto e vuole aderire a un nuovo contratto collettivo.
Vantaggi
- Cambiare il CCNL consente di introdurre elasticità e flessibilità per rispondere alle mutevoli esigenze del mercato.
- Le nuove disposizioni si applicano ai nuovi assunti, consentendo una personalizzazione del contratto per rispondere alle esigenze aziendali.
- Considerando il principio di irriducibilità della retribuzione, l’azienda può rivisitare il trattamento economico complessivo per adeguarlo alle esigenze, ad esempio, mediante l’introduzione di un superminimo assorbibile o la sostituzione di premi con benefici di welfare esenti da IRPEF.